Valentina Farassino

Architetto, è figlia del celebre Gipo, chansonnier e “zingaro di Barriera”.

Via Cuneo 6, luogo in cui mio padre è nato ed ha scritto uno dei suoi testi più belli e struggenti. Lui, iconoclasta e anarcoide, spigoloso per natura era anche un uomo sincero e colmo di umanità. A molti sembrerà un limite geografico la Barriera di Milano. Un limite invece, che si è rivelato una chiave di volta che lo ha portato a usare un linguaggio universale. Raccontare e cantare gli “ultimi”, perché in fondo siamo tutti Barrieranti.
Le Roi, e l’indimenticabile stile di Mollino. Il locale inaugura nel 1926 quando Attilio Lutrario apre una sala da ballo con cinema. Solamente nel 1956 interverrà l’architetto Carlo Mollino. Il suo stile: un mix perfetto tra Art Nouveau, Barocco e Modernismo. Si affida all’aiuto sapiente di artigiani, sperimentando materiali diversi e tecnologici, che erano vera e propria avanguardia. Il concept: realizzare un bosco in ceramica e mosaico. Le linee morbide di scale e balconata si fondono alla perfezione con il progetto illuminotecnico che crea una spirale sul soffitto. Da vedere!
Un aperitivo da Vini il Grappolo, vi porterà indietro negli anni. Un bar in cui si gioca ancora ai Tarocchi. In un’ambiente che ricorda i vecchi bar di paese, si possono incontrare uomini e non persone. Ascoltare racconti sulla vecchia e nuova Barriera dl’Emme. Sergio, burbero a prima vista, vi darà il vostro bicchiere di vino. Andarci è d’obbligo.
Spazio211, per musiche indipendenti. Sono particolarmente affezionata questo locale perché, nel 2005, l’ho ristrutturato io. Dopo l’aperitivo in via Scarlatti, consultate sul sito dello Spazio 211 per scoprire i concerti in programma. Importanti le rassegne estive e primaverili, da Spaziale (in passato) al Todays Festival. Lo spazio estivo può accogliere fino a 3000 persone. Concerti da non perdere per chiudere la serata in Barriera.