Musicista, nei panni radiofonici del Dottor Lo Sapio è tra i maggiori divulgatori delle bellezze di Barriera.
A Barriera di Milano i monumenti e i musei sono le strade, i palazzi, i cortili e i marciapiedi. Le periferie testimoniano il passaggio di generazioni, culture ed etnie: in questo Barriera di Milano è particolarmente rappresentativa, soprattutto per me che qui sono nato e vissuto per oltre trent’anni.
Il nostro tour parte dalla stazione di Porta Nuova, dove passa la linea tramviaria n. 4 che taglia in due la città. Dopo aver acquistato il biglietto di viaggio al costo di 1,50, prendete il mezzo in direzione nord. Entrate in Barriera di Milano percorrendo l’imponente corso Giulio Cesare, gli Champs-Élysées dei quartieri nord della città, dove si possono vedere numerosi esercizi commerciali, bar, pizzerie e fast food etnici.
Superato il caotico e popolato corso, addentratevi nelle sue vie traverse, il cuore di Barriera di Milano. A piedi percorrete via Renato Martorelli, da via Pierluigi Palestrina a corso Sempione, dove una volta passava un treno merci a vapore. Qui i campanelli hanno visto passare cognomi e nomi: dai Pautasso, Boasso, Suppo di inizio secolo ai Madonia, La Placa, Surace degli anni Cinquanta e Sessanta fino agli attuali Asemota, Munteanu, Kasmi e Quazari, a testimoniare la storia di questo quartiere operaio che è stato ed è tuttora residenza e rifugio dei vari flussi migratori della nostra città.
Inoltratevi nel dedalo di vie dai nomi Verres, Rivarossa, Trino, Salassa, Rondissone. Se vi capita di trovare un portone aperto, entrate per guardare l’altra faccia dei palazzi, quella più intima e tranquilla che dà sul cortile e sui ballatoi: dove oggi troviamo appoggiate antenne e parabole, una volta c’erano panni stesi e grappoli di pomodori appesi a essiccare, bacinelle inchiodate ai muri e bambini che giocavano come facevo io, che qui sono nato e ho trascorso l’infanzia.